carlo e i peruani


carlo é un ragazzo di lima che tra poco andrà a lille
oggi era il suo compleanno e siamo stati alla sua festa fatta nella cucina di una residenza universitaria che nn ci apparteneva.
il fatto interessante é stato soprattutto quando, prima di andare alla festa siamo andati a comprare delle birre.
Place A. bernard, quartiere arabo.
due padri disperati, di quelli che bevono birra tutti giorni e fanno della panchine i bastoni della prematura vecchiaia stavano coi figli affidati a loro per il sabato pomeriggio.
un ragazzino sui diaci anni era figlio di un biondo appena trentenne con birra in mano. i due avevano una faccia rossa e sudata, uno pere l alcool l atro per i giochi.
poi una bambina con gli occhi di chi vede intorno a se solo bambole, con un padre occhi scuri persi nel vuoto, movimenti lenti e sei capelli unti a caschetto.
con i due piccoli giocava chi di figli nn ne aveva visto l'ombra diretta ma si trastullava all'idea di avere dei "nipoti"
questo era un tipo consumato dal vino, con le mani gonfie nere quasi in metastasi e lo sguardo abbottato, e la voce farfugliosa ma tenera.
i due bambini giocavano con lui come fosse la loro babysitter, gli distribuivano pugni e calci e lui, felice abbozzava per una volta, si godeva quel momento di relax che diceva "si, stavolta lasciati menare 'che é con simpatia".
mi sono perso nella storia di questi cinque tra figli incompiuti, padri sderenati e pseudo zii, mi sono lasciato prendere dall idea che questi bambini saranno cresciuti con persone completamente sbronze, in un mondo di fiabe o incubi, ma in un altro mondo.

poi é stato festa e benvenuti e arrivederci come solo toulouse sa dare.
poi é stato garonne, acqua e vento che diceva si, cambio.
ora in casa fa caldo residuo, aspetto il pisco peruano che scenda tranquillo poi sarà sonno.
eccomi entrare nel blog, eccomi scrivere per la prima volta in modo vero, eccomi annotare le idee prima che sfuggano nel canale birra-reni-water, eccomi.

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